Passo molto del mio tempo in bicicletta. Con gli anni è diventata quasi parte delle mie gambe. Amo i momenti in cui, nel “silenzio” della mia musica, mi ritrovo a pedalare immersa nei miei pensieri. Dopo la doccia è il posto dove la mia mente spazia di più!
Provo un estraniamento fisico da ciò che mi circonda che ha un effetto benefico sulla mia fantasia. Io e la mia bici, e l’aria in viso. Penso. Mi faccio domande e mi do risposte. Osservo la città, le singole persone nelle loro singole vite, chi va e chi viene.
Oggi mi è caduto lo sguardo sulle mie mani. In realtà le vedo tutti i giorni, ma oggi le ho guardate in modo diverso. C’è qualcosa che mi piace delle mie mani. Non che siano delle mani particolarmente belle, ma è da lì che sgorga la mia creatività, come un’onda, e io ne tengo conto. Le conosco da quando sono nata, ma oggi, oggi c’era qualcosa che ha attirato la mia attenzione: la texture venosa del dorso, mentre impugnavo il manubrio, è apparsa tutta ad un tratto sotto i miei occhi in tutta la sua prepotenza, quei rami bluastri emergono dalla pelle chiara come a ricordarmi l’età. Non mi ero ancora resa conto di quanto sporgessero.
E io che penso molto per immagini, sono stata portata indietro di parecchi anni. Fino alla mia scrivania di ragazza adolescente. Una rivista di moda aperta, fogli e matite sparsi. Un disegno appena abbozzato sul foglio di fronte a me. Una foto in bianco e nero risalta nella memoria offuscata. Un mezzo busto di Jessica Lange di profilo. In primo piano le sue mani venose all’altezza del viso.
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3 commenti:
idem per la bici.però non mi guardo le mani,cerco di guardarmi alle spalle...
A me c'è una specie di neo, sai quelli della vecchiaia, che m'è spuntato e di cui mi sono accorta all'improvviso. Panico.
Bello, l'ho letto. Lascio anche il mio contributo.
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