Un alito d’aria calda entra dalla finestra spalancata sulla buia notte Milanese senza portar sollievo. Scosta lievemente la tenda e poi si perde durante il tragitto ed io, distesa sul letto in un grandioso abbandono, non l’avverto. Lo sguardo verso il cielo, alla ricerca delle poche stelle che riescono a superare le luci cittadine; catturato, poi, da quell’immagine che si erge a simbolo nella notte.
Il “Pirellone” è lì tutto illuminato che solitario sovrasta i tetti omogenei di altra epoca. È lì, inamovibile nella sua unicità, che cattura la tua attenzione.
È un anno che lo osservo in tutte le sue differenti vesti, come un’immagine incorniciata in maniera diversa secondo le occasioni. Attraverso la pioggia battente, nelle nuvole rosse del tramonto, nel controluce pomeridiano e nei riflessi argentati di prima mattina.
Sempre sicuro nella sua concretezza come il tuo migliore amico.
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1 commento:
La mia visuale non è molto diversa dalla tua. Il Pirellone e le sue lucine intermittenti sul tetto sono una presenza pulsante in lontananza, a sud.
Più vicine a me rosseggiano le luci di un museo/spazio culturale mentre un treno merci sferraglia portando chissà dove pensieri e desideri inespressi.
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