lunedì 16 giugno 2008

abbandono

È quel senso d’abbandono che ha imposto le regole della mia esistenza. È quella sensazione di soffocamento che mi prende la notte. È quella disperata voglia di piacere a tutti e non dispiacere nessuno che mi rende vulnerabile. Anche alle sciocchezze. Una parola non pronunciata, un gesto mai arrivato, un pensiero tardivo. Il distacco da ciò a cui tengo è così doloroso da non riuscire a respirare.
Cercavo il materno sostegno, ma non era mai presente, anche quando era lì. Vissuto come il peggior dei tradimenti si trascina dal passato al presente senza darmi tregua. E non ho pace, nel disordine delle mie azioni vivo segnali imprecisi. E mi muovo in confusione, un passo avanti, per poi negare, un passo indietro. Creo nebbia che impulsivamente vorrei dissipare. L’abbandono, che ha legittimato quella prepotenza da cui solo ora scappo.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

L'ABBANDONO NON MI COMPETE. Starei bene se non fosse per il guinzaglio a nove combinazioni che ho al collo...
MDP

Donatella ha detto...

è che sono stata trovata in autostrada l'altra estate ... capitemi :D

Annachiara ha detto...

Beh, cerca di non voltarti troppo indietro...