martedì 7 ottobre 2008

il cicaleccio delle comari

Nel mio piccolo mondo di donna, quello che gira intorno al quotidiano, mi sono ritrovata particolarmente affezionata ad un rito che ha finito con il dare un’importanza diversa al mio stare al mondo. Non vorrei sembrare esagerata, ma il mio piacere per le piccole cose è quasi morboso. Cominciato così distrattamente è poi finito con il diventare un vero e proprio rito, nel momento in cui il suo significato è cambiato.
Parlo del caffé al bar con le “mamme”, una volta depositati i figli nelle rispettive scuole.
Lo vivo come un modo piuttosto gustoso per riprendere possesso di una fetta del mio tempo. Un rito di passaggio da “mamma/casalinga” a “persona”. Un momento che ha il suo maggior valore nell’affettività che si crea, contornato da un alone di sicurezza che solo un’azione così abitudinaria può darti. Un momento dove puoi trovare conforto e sostegno, quel pizzico di solidarietà che il vivere cittadino contemporaneo è poco generoso a dare. Un momento dove raccogliere le idee e le forze che ti servono per affrontare l’ancora lunga giornata. Un momento d’incontro e di scambio con altre realtà simili quanto basta, ma anche molto diverse. Un momento a cui è molto difficile rinunciare.

2 commenti:

tiptop ha detto...

Un piacere che so che esiste e del quale non ho mai potuto godere!

tiptop ha detto...

Un piacere che so che esiste e del quale non ho mai potuto godere!