lunedì 28 marzo 2011

La donna comunista che ha mangiato il mio cuore


Dolce, fin quasi alla nausea, la sensazione di lei che affonda i denti nel mio petto.

Un morso, uno squarcio. Rosso, il sangue sgorga; lei lo beve dalle mani a coppa e io, senz'armi, mi lascio penetrare dal nemico.

Aperto il varco, si addentra nel mio corpo con le mani giunte come una mistica in preghiera. Calda, accoglie l’uomo che le offro in un abbraccio umido, con generosa voluttà mi percorre da cima a fondo, confondendomi. Danza carnale tra il groviglio delle mie arterie.

Urlo di piacere nel momento in cui lei afferra il mio cuore lacero tra i denti, il desiderio rimanda il dolore originando pena. La forza data in pasto al mio avversario mi allontana dall’amore originale e scappo via senza voltarmi, lasciando indietro la donna comunista avvolta stretta, come un serpente, attorno alla sua spada di Damocle.

Nessun commento: