sabato 3 gennaio 2009

Saldi

Dio non esiste, e su questo non si discute nemmeno.
O almeno, lascio che siano gli altri a farlo, mentre io, che di conseguenza non ho un “Regno di Dio” in cui rifugiarmi quando ne ho bisogno, osservo impressionata la donna, in coda alla cassa di fianco alla mia, svenire.
Perché ho due paia di meravigliosi piedi cuccioli da proteggere per l’inverno, altrimenti non avrei avuto motivo alcuno per affrontare la folla in corso Buenos Aires di sabato pomeriggio. Che poi oggi fosse anche il primo giorno dei saldi a Milano proprio mi era sfuggito. Forse nel mio lontano pianeta certe notizie non arrivano.
Ora, due paia di scarpe e due pigiami più tardi dello svenimento, mi sento come un pugile dopo un knock out. Come tutte le volte che il mio animo è particolarmente turbato, il mio ritorno a casa in bicicletta è stato un vortice di pensieri e immagini. E non ridete se vi dico che per un attimo al semaforo mi è apparso perfino Raul Bova nei panni di S. Francesco.
Sarà forse che i miei desideri materiali con gli anni si sono esauriti o che per mio limite non riesco a pensare oltre alle necessità, che per carità comprendono anche parecchi oggetti materiali, ma tutta questa avidità di “possedere” per forza proprio non la comprendo. (Oddio, magari in altri momenti della vita dove il “possedere” ha ben altro significato posso anche essere d’accordo).
Ho ancora parte dei soldi che mi ha dato mia madre per il compleanno dicendomi di comprare quello che desidero; mi sono fermata all’acquisto di alcuni colori ad olio che mi mancavano. Il resto probabilmente finirà in carte dei Pokemon e merendine, ma forse è colpa mia che mi soddisfo con poco, spesso mi bastano i loro sorrisi.

1 commento:

tiptop ha detto...

Beh il destino delle madri è quello di mangiare, nel sacchetto, i biscotti rotti.