lunedì 22 dicembre 2008

Un'abitudine

E alla sofferenza pian piano ci si abitua.
Le fitte al torace, quando l’ansia ti chiude in una morsa, ti sono così familiari che quasi ne attendi l’arrivo. Le lacrime che tutte le notti bagnano il tuo cuscino innaffiando i tuoi sogni, non puoi farne a meno. Ti rifugi nelle parole, scritte e mai dette. Perché a pronunciarle provi vergogna. Prigioniera di un potere più forte di te, che pensa per te e agisce per te.

E la sofferenza è lì e ti penetra lentamente, si appropria della tua ragione. Incapace di decidere cosa è bene per te e ti stupisci ancora dell’ennesimo attacco. E resti immobile.
Adesso lo sai qual è la strada da imboccare, segui le indicazioni e non voltarti. La paura cercherà di consumarti prima della meta, ma tu non farci caso. L’abitudine alla sofferenza ti aiuterà a tener duro. Non ascoltare sirene, non cedere al lupo, tira diritto, quella è la strada giusta.

4 commenti:

tiptop ha detto...

c'è una sofferenza cui ci si abitua, ed ad un'altra per fortuna no,quella dei sogni innaffiati.

Donatella ha detto...

... i sogni ad innaffiarli, magari un giorno, crescono!

Annachiara ha detto...

Ma noi abbiamo la gran fortuna che possiamo fare in modo che per i nostri figli le cose siano diverse...

Anonimo ha detto...

Ma pensa... sai, voglio rispondere ma con calma. E' un momenot troppo stressante per buttare parole al vento. Devo pensarci... intanto ti leggerò.